Venerdì 21 marzo tre studenti dello Studio Teologico “Card. Celso Costantini” hanno sostenuto l’esame finale per conseguire il grado accademico del Baccalaureato: Riccardo Mior, Marco Puiatti e Lorenzo Fanetti. L’esame si compone di due parti: la presentazione di un elaborato scritto preparato dallo studente come approfondimento di un argomento affrontato nel quinquennio accademico; e il dialogo con la commissione su un’area degli studi teologici. La commissione d’esame era composta dal neo Preside della Facoltà Teologica del Triveneto, il nostro condiocesano don Maurizio Girolami; dal Pro-Direttore dello Studio Teologico, don Stefano Vuaran; e dai docenti mons. Orioldo Marson, mons. Bruno Fabio Pighin e don Marino Rossi.

Il diacono Riccardo Mior, classe 1999, originario di Tamai e in servizio nelle parrocchie di Fanna e Cavasso, ha presentato un elaborato dal titolo L’azione dello Spirito Santo nella celebrazione dell’eucarestia. Una riflessione a partire dalla doppia epiclesi, con relatore il prof. Rossi. “La scelta della riforma liturgica di reintrodurre nella preghiera eucaristica una esplicita doppia invocazione dello Spirito – commenta il neolaureato – può apparire una questione di dettagli formali, una finezza che rischia di essere notata solo dagli specialisti e dagli addetti ai lavori, passando di fatto inosservata agli occhi del credente medio. Tuttavia, dopo aver compiuto questo piccolo percorso liturgico, storico e teologico possiamo vedere chiaramente come la doppia epiclesi racchiuda un significato preziosissimo, fondamentale per la comprensione della celebrazione stessa e per la vita della Chiesa in generale. La liturgia, fons et culmen della vita della Chiesa, e in modo particolare la liturgia eucaristica, può essere per noi luogo concreto dove sperimentare e crescere nella comunione con Dio e con i fratelli solo se ci riappropriamo di entrambe le dimensioni della celebrazione stessa: quella per così dire «verticale» del rapporto individuale con Cristo, e quella «orizzontale» che ne consegue del rapporto con i fratelli. Riscoprire l’azione dello Spirito, artefice per eccellenza di comunione, può aiutarci a valorizzare e a portare nella vita un tesoro di fede che già possediamo. Solo così quella che mettiamo in atto nella liturgia potrà essere una vera comunione con il mistero pasquale di Cristo, che ci introduce nel cuore stesso del mistero della vita di Dio come Gesù ce l’ha rivelato, che è ultimamente quello di una comunione strettissima d’amore tra le tre Divine Persone”.

Il diacono Marco Puiatti, classe 1997, proveniente Azzano Decimo e in servizio nelle parrocchie di Spilimbergo, Barbeano e Gradisca, ha scelto come tema di approfondimento Il discepolo Pietro alla sequela di Gesù. La figura del primo degli Apostoli in particolare nel Vangelo di Marco, con relatore il prof. Vuaran. Anche Marco racconta come è nata questa ricerca: “Il percorso che ho voluto compiere in questo elaborato è nato dal mio desiderio di coltivare un profondo interesse per il discepolo Pietro, il quale è patrono della mia parrocchia di origine che è Azzano Decimo, sviluppato all’interno del Vangelo di Marco di cui porto il nome. Un altro motivo che mi ha incuriosito nella scelta di sviluppare questo tema è la figura del discepolo, scegliendo di far partire la mia riflessione dai brani del Nuovo Testamento. Pietro è stato chiamato dal Signore a lasciare tutto per seguirlo, ma anche noi oggi siamo chiamati dal Signore; e cosa dobbiamo fare per seguirlo? Dovremmo fare delle scelte, ma innanzitutto dovremmo lasciargli spazio dentro la nostra vita. Pietro con le sue fragilità, con le sue incomprensioni, con le sue debolezze, ha seguito il Maestro fino alla fine perché si è fidato di lui e lo ha riconosciuto Signore”.

Lorenzo Fanetti, classe 1995, di Malonno (BS), ha intitolato il suo elaborato Il sacramento dell’Unzione degli infermi e l’ac­compagnamento cristiano del malato grave; relatore il prof. Marson. Così Lorenzo scrive nell’introduzione: “Questo argomento corrisponde ad un profondo interesse personale; infatti capire come un malato possa affrontare e vivere la sofferenza e il dolore anche grazie al conforto che viene dalla fede ha suscitato e suscita in me un’attenzione e un coinvolgimento che mi hanno spinto alla ricerca. Penso sia assai importante e fondamentale conoscere quello che la tradizione cristiana afferma in materia sacramentale sia per quanto riguarda i «santi segni» in generale sia in particolare per il sacramento dell’Unzione degli infermi. Il dolore e la sofferenza sono esperienze che da sempre hanno suscitato inquietudini e domande. Anche personalmente mi sono chiesto se la sola ragione umana possa comprendere il grande enigma della finitudine e della morte dell’uomo: è un discorso che ognuno, seppur in maniera diversa, deve affrontare al cospetto della conclusione inevitabile della propria vita. Ecco allora che sorgono domande radicali e complesse. Gesù crocifisso, morto e risorto partecipa alle sofferenze dei malati rendendoli parte integrante del suo progetto salvifico; per questo quando il malato soffre, è Cristo stesso che soffre con lui”.

Auguriamo ai tre nuovi baccellieri di poter gustare sempre con il cuore e l’intelletto la bellezza della fede, per testimoniarla con passione ed entusiasmo anche tra le complesse vicende e mentalità del nostro tempo.